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Mercoledì 10 novembre 2004

“Ciao amore mio.

È da un po’ che non ti scrivevo una mail. Stasera ne sento la necessità impellente.
Avrei bisogno delle tue carezze. Di un tuo abbraccio nel quale perdermi. Delle tue parole nelle quali tuffarmi.
Dio quanto ti amo.
Quanto è grande il mio bisogno di te. Se solo penso a quanto ero sola, a quando tu non c’eri. Mi sento come in quei momenti neri.
Adesso però ci sei. E ti vorrei con me.
Il tuo profumo, la tua voce. I tuoi capelli tutti arruffati. Il tuo prendermi in giro. Guardarti mentre dormi.
Litigare con te.
Come amo quel tuo modo di prendermi in giro, di farmi arrabbiare.
Di ascoltarmi e amarmi di farmi sentire tua.
Stasera vorrei che tu ci fossi. Vorrei che mi riempissi il cuore di te.
Sento la necessità di sentirti, di viverti, di saperti.
Come vorrei che il tempo volasse e ti portasse qui.
Aspettare è diventata una pena.
Lo so che verrai, ma senza te il tempo è fermo.
Guardarti mentre leggi. Farti il solletico. Il tuo buffo naso. Non sei bello ma per me sei adorabile. Adoro i tuoi occhi, le tue mani quando mi accarezzi i capelli.
Mi sento protetta, indifesa.
Mi sento tua.

Sospiro perché vorrei che il poi fosse ora.
Averti qui.
Riscaldarmi in un tuo abbraccio, sentire che ci sei per me. Sentire il tuo amore per me.
Donarti il mio amore incondizionato.

Ti ho promesso che ti avrei fatto una sorpresa. Lo sai che te le ho sempre fatte. Forse è anche perché sono così imprevedibile che ti sei innamorato di me.
O forse mi ami solo perché è così e basta.
Dopo tutto questo tempo è come se ancora non ci conoscessimo.
Come se ogni volta che ti incontro fosse la prima volta.
Come se ogni volta tu avessi un volto nuovo, un carattere nuovo, una voce nuova.
Ma sei sempre tu.
Tu che sai sorprendermi, che sai sorprenderti, che mi ami, che mi vuoi. Che sai cosa voglio.
Non occorre che io dica.
Due anime che si rincorrono per amarsi.

Dio quanto ti amo.
Quanto ti ho voluto. Quanto mi hai voluto. Lo sento. Lo senti.
Ricevere i tuoi messaggi è come scartare ogni volta un nuovo regalo di natale. L’aspettativa, riceverlo, scartarlo ed essere felici perché mi hai donato quello che avevo sempre desiderato.
Ti ho chiesto di scrivermi una favola. E lo hai fatto.
L’ho ricevuta questa mattina. Non credevo l’avresti fatto.
Ed è bellissima. È bella perché è dolce, e tenera. Che bello che poi il personaggio principale si chiami Sgrufoletta.
Non è una storia romantica. Io non ti avevo chiesto che lo fosse.
È stato bello e mi hai fatto sognare. Pensare che sei tu che mi hai fatto questo dono mi rende piena di gioia.
Che bello quando ci vedremo.
Non vedo l’ora.
Accenderemo il camino e parleremo e giocheremo e ci racconteremo.
Sarà come sempre, come mai.

Amore ti amo.
Dentro di me urlo il mio amore.
Urlo l’amore che non sono mai riuscita a dare.
Urlo l’amore che so tu hai bisogno di sentire.
Eppure so come sei. Sai come sono.
Continuo a scappare da te.
Nonostante vorrei che tu ci fossi. Che tu fossi con me qui.
Nella mia stanzetta.”

…………..lettera ad un uomo che non ho ancora incontrato

P.s. È una lettera che volevo scrivere. So che è stucchevole. So che non a tutti sarà gradita.
Volevo scriverla. Volevo che qualcuno la leggesse.
Magari la dedico a tutti voi. Voi che cercate un amore. Che sia uomo, che sia donna che sia quel che vorreste che sia.
Un amore per ognuno di noi.
So di essere un po’ bambina. E di essere una sognatrice. Ma perché dovrei smettere di esserlo?
Volevo scriverla per stare meglio. Volevo scriverla per dedicarla a lui. Lui che non conosco. Lui che non esiste.
Lui che non esiste!
Sì avete capito bene, non esiste. È l’amore.
Non amo nessuno, non amo nemmeno me stessa. Amo l’amore. Amo un sentimento. Un qualcosa di astratto che mi abbraccerà forse un giorno.
E amo scrivere. Parole. Parole. Parole. Piccole lettere che formano pensieri.
Urlare il mio stomaco con le parole, ecco cosa voglio fare.
Urlarlo per spegnerlo.
Per sedarlo. Per capirlo, colpirlo, ferirlo, curarlo.

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Una nuova, splendida voce scovata in rete. A me è piaciuta tanto e mi ha emozionato molto.
Grazie all’autrice.