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da http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/08_Agosto/26/fasano.shtml

26 agosto 2006

Studente suicida, nove amici accusati di nonnismo

Reggio Emilia, svolta nell’inchiesta sulla morte del giovane che si è lanciato da una rupe.
Sarebbe stato vittima di violenze da parte dei compagni

È la notte fra sabato e domenica scorsi.
Un ragazzo smilzo si arrampica, solo, fino alla cima della Pietra di Bismantova, roccia calcarea scalata da Dante che la cita nella Divina Commedia e che è diventata simbolo di Castelnovo ne’ Monti, paesino in provincia di Reggio Emilia.

Giacomo, lo smilzo, ha 21 anni che vuole buttare via, nel dirupo della Bismantova.

Oppresso dall’angoscia, con più coraggio per morire che per vivere, il ragazzo arriva in cima, guarda le ombre delle piante appena più dense del buio, prende il telefonino e scrive il suo ultimo messaggio.
Le sue dita battono sui tasti la parola «perdonami», poi l’invio al cellulare della madre.
A questo punto sono più o meno le tre di un mattino di cui Giacomo non vedrà l’alba.
Quando sua madre non lo trova in camera sua e accende il telefonino per chiamarlo le si gela il sangue. Giacomo è morto da ore.
Può darsi che sia una storia tragica come tante altre. Il suicidio di un ragazzo che la vita ha messo di fronte a chissà quali problemi che gli sono sembrati insormontabili.
Oppure no.
Può anche darsi che questo caso nasconda una verità che rende tutto più assurdo, più inaccettabile. Perché da due giorni la morte di Giacomo si incrocia con la vita di altri ragazzi, giovani come lui ma certo un po’ più spavaldi e bulletti di lui. Sono nove suoi amici, più o meno tutti sui vent’anni, indagati dalla procura di Piacenza perché sospettati di aver causato il trauma all’origine della decisione suicida.

Sarebbe avvenuto tutto nella notte dei Mondiali. L’euforia, i cori urlati, i gomiti alzati un po’ troppo.
Giacomo quella notte non ha detto no: proprio lui, canzonato sempre da tutti perché «secchione» uscito dalla maturità con il massimo dei voti, universitario senza fronzoli per la testa, lettore di libri piuttosto che frequentatore di discoteche, figlio di madre inglese che parla perfettamente due lingue, lui quella volta si è lasciato andare assieme a tutti gli altri.
Che però a un certo punto della serata hanno deciso di fargli uno scherzo più pesante dei soliti: l’hanno portato in una stanza, spogliato, pasticciato con un pennarello e — l’ipotesi più temuta—potrebbero in qualche modo aver abusato di lui.
Il pubblico ministero, Maria Rita Pantani, ripete che «allo stato degli atti non si può parlare di violenza sessuale, al massimo di nonnismo». L’avvocato dei nove ragazzi convocati in procura, Domenico Noris Bucchi, dice che «la vicenda è ancora molto fumosa, non si capisce nemmeno bene qual è il reato ipotizzato ».
Quel che è certo è che Giacomo parlò sconvolto, a un amico, di quello che successe la notte dei Mondiali.
E il mattino della sua morte l’amico ha ricordato quel colloquio e ne ha parlato con il vicesindaco di Castelnovo ne’ Monti, Fabio Bezzi.
L’uomo si è rivolto ai carabinieri, è partita l’inchiesta, con le perquisizioni e il sequestro di materiale che potrebbe rivelare la verità.
Si cercano immagini: mms o file al computer che possano dire se davvero, quella notte, l’affronto subito da Giacomo è andato oltre ogni limite.

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A me viene da piangere.

Una vita piena di promesse spezzata dall’idiozia di un “branco” di deficienti.
Perché le persone di valore hanno sempre l’obbligo di difendersi, di scusarsi con gli altri per il proprio essere “di più”?

Assolutamente vietato scrivere commenti di circostanza. Grazie. Meglio il silenzio…

From → amarezza, rabbia

8 commenti
  1. …anche a me viene da piangere.

  2. Non volevo leggere ed ero saltata ad altri post, ma tornando qui è stato inevitabile. Mi ritrovo in tutte le tue parole. Ciao.

  3. permettimi un commento come madre di un figlio…….mi spiace che essere cosi “viscidi” popolano questo pianeta….

  4. Preferisco anche io il silenzio.

    (PS…Sono di Genova)

  5. Sembra quasi che la selezione abbia preso altre forme.
    Si tratta di una forma di violenza arcaica, che emerge.
    Non so se ineluttabile…

  6. Anch’io mi unisco al silenzio.

  7. Ciao, capisco perfettamente cosa vuoi dire quando affermi “meglio il silenzio…” ma non credi/credete ce ne sia stato già troppo prima?
    Quanti Giacomo ci sono, o potranno esserci se si continua a non dire nulla?
    Io ho tanti dubbi…
    Ero in vacanza quando ho sentito di questa notizia e mi ha colpito molto come spesso accade ogni volta che sento di un suicidio, specie se di persona giovane. (lo so criticabile ma mi fa ancora più male che a pochi anni di vita il mondo possa sembrare così già duro da non poter essere affrontato e di pensare che nessuno potrà aiutarci ad affrontarlo)
    Spesso vorrei sapere perchè una persona si è suicidata e forse anche perchè ho presente tanti amici che sono stati sfottuti, derisi, umiliati perchè gay, (e che hanno tentato il suicidio o cmq sono rimasti molto feriti da queste cose) penso che sia successo perchè la vittima poteva essere gay o lesbica.
    Non so se Giacomo lo era, ma non credo che importi.
    Mi viene il dubbio però che forse, se vi sono anche ipotesi di abuso sessuale, fosse percepito come tale dai chi avrebbe agito su di lui.
    Provo quindi una rabbia enorme a pensare che 9 persone abbiano potuto comportarsi così e vorrei che venissero denunciati e condannati pesantemente…
    Poi penso a quando appena iniziai a frequentare il cassero (storcio circolo gay di bologna) con alcuni amici gay che mi avevano finalmente fatto capire quanto io, gay, ero una persona che poteva avere amicizie, amori, divertimenti ecc… una sera mentre andavamo a Bologna urlai ad una persona che ci aveva tagliato la strada FROCIO!!!
    Non è nulla di comparabile con quello che hanno fatto quei ragazzi (almeno come risultato finale) ma era ed è violento comunque. Forse se tutti iniziassimo a vivere in un paese più rispettoso dei diritti di tutti, che presta maggiore attenzione alle parole e alle azioni, che ci impegni tutti ad essere più solidali ed attenti, forse certi episodi non capiterebbero. Chissà forse qualcuno di quei ragazzi se la godrà senza pensare a cosa ha combinato, ma forse altri vivranno questo come la condanna peggiore della propria vita.
    E gli altri, i compagni di scuola, gli amici, gli insegnanti non hanno mai visto nulla, mai sentito frasi dispregiative nei confronti di Giacomo? Cosa hanno fatto, avevano gli strumenti e le possibilità per farlo? Anche io alle superiori ricordo quante volte ho taciuto se sentivo dire ad un mio compagno del terrone o del frocio. E quante volte io che venivo chiamato frocio (e io non mi riconoscevo in questa definizione) ho usato violenze verbali e gestuali nei confronti di altri…
    Forse se tutti iniziassimo ad abbassare i toni, a guardare noi cosa facciamo e come ci comportiamo, se iniziamo a rispettare tutti i diritti degli altri forse saranno meno i ragazzi che si uccideranno. Forse servirebbe parlare di suicidio, del bullismo, di solitudine ecc. Se qualcuno vuole possiamo parlarne ancora
    Giorgio Dell’Amico
    Arcigay Modena

  8. Io ci sono nata in quel paese, ho vissuto tutta la mia infanzia all’ombra della maestosa Pietra menzionata da Dante “montasi su Bismantova in cacume, con esso in piè…ecc…ecc…).Cosa dirti…provo tristezza, angoscia, paura:io ci giocavo felice sulla sommità della montagna…ora la gente va là per togliersi la vita….le cose cambiano …la vita cambia e l’uomo, la sua ferocia non cambia mai.
    un bacio
    mo.

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